La Commissione U.E., suggerisce che le regioni con basso livello di crescita potrebbero trarre beneficio di una maggiore capacità istituzionale e riforme strutturali volte a favorire gli investimenti.
Le cosidette "regioni a bassa crescita" sono quelle con un PIL pro capite pari o inferiore al 90% della media UE. Tra queste, la Commissione include diverse regioni tra Spagna, Grecia, Italia e Portogallo, mentre la maggioranza si concentra nell'Europa dell Est, tra Bulgaria, Romania, Ungheria e Polonia.
In totale, queste regioni sono abitate da 83 milioni di persone: un sesto della popolazione europea.
Il report, del 11 aprile, sottolinea come sia necessario creare un ambiente favorevole agli investimenti, così che le politiche di sviluppo e coesione possano aumentare di efficacia. Si tratta di una strategia che deve andare di pari passo con un'amministrazione affidabile, che agisca in modo efficace, trasparente e responsabile.
Inoltre, si evidenzia che le regioni a bassa crescita si sono maggiormente esposte agli effetti della crisi economica, non avendo migliorato sufficientemente il proprio assetto istituzionale.
La Commissione preme verso un'attenzione maggiore sulla riduzione della burocrazia, che attualmente ostacola le nuove iniziative economiche, e sul miglioramente dell'efficienza e corretta gestione dei servizi pubblici.