Uno degli elementi chiave della riforma della politica di Coesione per il 2014-20 è stata l'introduzione delle precondizioni per gli Stati Membri sull'assegnazione di denaro dal Fondo Strutturale e di Investimento.
Un report pubblicato il 31 Marzo dalla Commissione Europea, mostra che le precondizioni (o "condizionalità ex-ante") si sono dimostrate un valido incentivo per Stati membri e regioni per portare avanti le riforme che sarebbero altrimenti state rimandate o accantonate, come dichiarato anche dal commissario alla politica regionale Corina Creţu. Inoltre, il commissario ha dichiarato: "Collegando l'ottenimento di fondi europei all'implementazione di cambiamenti strutturali chiave, le condizionalità ex-ante hanno contribuito a garantire investimenti pubblici più efficaci e aiutato a migliorare la qualità della vita nell'Unione Europea, predisponendo anche le condizioni giuste per la crescita e la creazione di posti di lavoro, in linea con gli obiettivi del piano investimenti del presidente Juncker".
Le precondizioni coprono un'ampia varietà di settori e sono state incluse nella riformata politica di coesione per assicurare una spesa efficace. Molte di esse sono rivolte alle barriere orizzontali e settoriali che rallentano gli investimenti nell'Unione Europea. Ad esempio, hanno contribuito a rinforzare le disposizioni istituzionali e aiutato a predisporre procedure trasparenti nel settore degli appalti pubblici, oppure semplificare il quadro regolamentare e burocratico per la costituzione e lo sviluppo delle PMI.
Inoltre, in alcuni paesi quali Italia, Repubblica Ceca, Polonia, Portogallo, Slovenia e Spagna, il superamento della precondizione sull'efficienza energetica ha dato una significativa spinta alla trasposizione delle direttive su "Efficienza energetica ed edifici".
Il report mostra comunque che ci sono margini di miglioramento: le precondizioni dovrebbero essere più calzanti ai bisogni di Stati membri e regioni? Come assicurarsi il loro superamento attraverso l'intero periodo finanziario settennale? Questi aspetti saranno al centro della discussione sulla politica di coesione post-2020.