Il 27 marzo, i capi di stato e di governo dei 27 paesi membri UE si incontreranno a Roma per celebrare il sessantesimo anniversario dell'UE
. Il presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker, ha sottolineato quanto sia necessario scrivere un nuovo capitolo della storia Europea, in un dibattito ampio che includa Stati Membri, parlamentari, rappresentanti della società civile e cittadini. Juncker ha aggiunto, inoltre, che l'Unione è ad uno storico bivio: o prosegue nel percorso di disgregazione iniziato con la Brexit oppure si inizia ad agire davvero insieme. Se l'Europa vuole essere in grado di affrontare le sfide di oggi e di domani, occorre rinvigorire e reinventare l'Unione.
Le sfide non sono nuove, ma nell'insicurezza dei cambiamenti rapidi della nostra epoca, sono più globali e complesse che mai. Se non si vuole perdere la coesione sociale e se si vuole mantenere una società aperta, è necessario occuparsene urgentemente e in modo adeguato.
Anche i temi più attuali, quali digitalizzazione, cybercrimine, terrorismo, riscaldamento globale e rivoluzioni scrientifiche, sono stati toccati da Juncker, sottolineando come l'Europa stia perdendo il suo peso relativo in termini demografici, economici, politici e culturali. L'Europa resta comunque un faro di pace, prosperità, uguaglianza e diritti civili. Il progetto europeo ha prodotto, all'interno della politica economica e monetaria, il mercato interno, un sistema di valori e diritti unico e incastonato nella base legislativa dell'Unione, oltre a programmi di ricerca scientifica che hanno contribuito a creare un Europa dell'eccellenza.
Resta comunque la priorità di ricollocare l'Europa e assicurarsi che l'Unione e i suoi membri rinforzino a vicenda il loro ruolo. A questo fine, è necessaria una visione e ambizioni comuni e un'agenda condivisa. I trattati prevedono che gli Stati Membri possano intensificare la cooperazione in specifiche aree e, aggiunge Juncker, è il momento di mettere in pratica questa opzione, specialmente sulla governance dell'Eurozona e sulla predispozione di una strategia europea di difesa.
L'auspicio del presidente della CE è che il summit sia l'inizio di un rinascimento democratico e civile, attraverso il quale i cittadini possano finalmente prendere parte nella definizione di sfide e priorità dell'Unione europea, creando una "coscienza europea" comune.