Stop al roaming nell'Unione Europea

Dalla mezzanotte del 15 Giugno, chiamate, sms e dati utilizzati all’estero costeranno come nel paese di residenza per chi viaggia nell'Unione Europea per lavoro, studio o svago. La fine del roaming è l'avvio della 'rivoluzione digitale'


spinta dalla Commissione europea e sostenuta dall'Europarlamento che ora, dopo anni di battaglie e ritardi, arriva finalmente a compimento. Pochissime le 'eccezioni' previste, con alcuni accorgimenti per evitare di danneggiare i piccoli operatori virtuali e prevenire gli abusi come il roaming permanente.

Dal 15 giugno telefonare, inviare sms e navigare su internet da uno qualsiasi dei 28 Paesi Ue (in più, a seguire, Norvegia, Liechtenstein e Islanda, ma non la Svizzera) porterà un costo all’utente uguale a quello del proprio paese di residenza, in base al piano tariffario o al costo previsto dalla scheda prepagata. E, come tale, l'intero traffico verrà contabilizzato come nazionale. 

Non ci saranno limiti temporali, ma per evitare abusi, come l'utilizzo di una sim straniera economica in modo permanente in un Paese dove i prezzi sono superiori, potranno scattare controlli a partire almeno dal quarto mese in cui i consumi avvengono solo all'estero.

In questo caso, l'operatore dovrà avvertire il cliente, il quale avrà due settimane di tempo per fornire chiarimenti, altrimenti scatterà l'applicazione di un sovraccosto minimo. Di norma questa aggiunta è pari al costo all'ingrosso che gli operatori pagano tra di loro per la fornitura dei servizi di roaming. Questo rincaro diminuirà progressivamente sino ad arrivare ai 2,5 euro previsti nel 2022. 

Nessun problema, invece, per i lavoratori transfrontalieri: basta un aggancio al giorno alla cella del proprio operatore nazionale perché non venga considerato roaming. Per chi ha già piani tariffari od opzioni che includono il roaming, l'operatore deve chiedere conferma o meno all'utente se intende mantenerli dopo il 15 giugno.

Le nuove regole Ue coprono quasi tutti i casi di viaggi nell'Unione dei cittadini europei e soprattutto italiani. Quest’ultimi, infatti, spendono in media appena 2,2 giorni all'estero all'anno. I garanti delle telecomunicazioni nazionali e la Commissione europea vigileranno sulla corretta applicazione del regolamento per evitare abusi sia da parte degli operatori che degli utenti.