15 milioni all'Italia per il ricollocamento dei migranti

Dall’inizio del programma sono state trasferite dal nostro Paese e dalla Grecia 13.546 persone, il 14% dell’obiettivo iniziale, e c’è tempo solo fino a settembre.


Bruxelles – La Commissione europea ha assegnato 15,33 milioni di euro all’Italia per migliorare il funzionamento del sistema di ricollocamenti, il trasferimento di rifugiati ad altri Paesi membri dell’Ue.

I soldi, che proverranno dal Fondo per l’asilo, la migrazione e l’integrazione saranno messi a disposizione del Ministero dell’Interno per finanziare alloggi, cibo, assistenza sanitaria e mediazione linguistica e culturale per tutti coloro che accettano e sono in attesa del trasferimento. “Questo sostegno finanziario extra per l’Italia dimostra ancora una volta che l’Ue continua a stare dalla parte dell’Italia negli ultimi mesi del programma di ricollocamenti”, ha rivendicato il commissario alle Migrazioni Dimitris Avramopoulos, secondo cui “è ora vitale assicurarsi che chiunque sia idoneo venga trasferito in modo efficace e rapido”.

Secondo l’ultimo report della Commissione dal lancio del programma di ricollocamenti nel settembre 2015 sono state trasferite in tutto 13.546 persone, 9.610 dalla Grecia e 3.936 dall’Italia, cifre piuttosto basse che rappresentano meno del 14% dell’obiettivo iniziale e che risultano ancora più basse se si pensa che il programma è destinato a finire a settembre di quest’anno.

La Francia è il Paese che ha accettato il trasferimento del maggior numero di rifugiati finora (2.758), seguiti dalla Germania (2.626) e dai Paesi Bassi (1.486). Le quote per la redistribuzione sono state stabilite tenendo in considerazione grandezza e condizioni economiche del Paese. Al Momento solo Malta e la Finlandia sono in linea con gli impegni totali presi e il Portogallo e il Lussemburgo stanno procedendo al giusto ritmo. Ungheria, Austria e Polonia si rifiutano ancora di partecipare al programma e la Repubblica Ceca, pur non rifiutando formalmente lo sta facendo di fatto non avendo ancora accettato un sol rifugiato, così come Bulgaria, Croazia e Slovacchia che hanno accettato per ora tra l’1 e il 2% dei migranti che avrebbero dovuto ospitare.